l’insostenibile incapacità di essere un popolo civile

Siamo un popolo che si prende per gioco, ma non sa nemmeno giocare sportivamente. Una grande vergogna, e siamo anche molto stupidi se i più pensano che abbiamo perso per via di un morso: di certo non sportivo come gesto e condannabile, ma non giustifica le offese inaccettabili, tra l’altro, ancora una volta indirizzate alle donne, in maniera gratuita e pesante. Il problema non è una palla o il mondiale. Il problema è civico e culturale. Siamo un popolo che non è in grado di vivere sportivamente un evento, di lasciarsi andare anche alla goliardia sportiva senza attaccare pesantemente gli altri tirando in mezzo ebrei, donne e offendendoli. La realtà delle cose è che abbiamo giocato male, ma come sempre i più necessitano di identificarsi come vittime, capri espiatori accentuando morsi, arbitri poco oggettivi, senza mettere in discussiona una squadra pagatissima che per 90 minuti non ha difatto giocato ( un solo tiro in porta, non occorre essere degli esperti per capire che non abbiamo giocato). Il problema è a monte, è alla base, è nella testa delle persone. Avete mai assistito alle partite di calcio per bambini di 6 anni? Avete guardato l’atteggiamento da hoolingans dei loro genitori e cosa gridano dagli spalti? E questi vivai che non trasmettono amore per lo sport, ma solo violenza gratuita e illusioni. Io ho praticato sport agonistico, in un ambito più sano, perchè era uno sport di serie B, ma guarda caso che ogni anno porta visibilità e medaglie alla nostra nazione, ma a nessuno interessa la scherma. Io ho visto i bambini di Trinidad e Santiago con occhi affamati di vita e cibo, correre per strada dietro a un pallone, maschi e femmine, ed essere felici. ( Grazie Giulia Sciannella per la foto)

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