Gli anni al contrario (N. Terranova, Einaudi, 2016)

Non abbiamo mai avuto lo stesso dizionario. Parole uguali, significati diversi.”

“Gli anni al contrario” si svolge a Messina tra la fine degli anni settanta e il 1989: difatti l’uccisione di Moro e di Peppino Impastato e la caduta del muro di Berlino sono riferimenti emblematici per la storia narrata da Nadia Terranova.

È in questo lasso di tempo che una generazione intera cerca di rendere reali i propri ideali, per vederli vanificare anno dopo anno.

A questa generazione appartengono anche i protagonisti Aurora, studiosa ragazza con un padre detto “il fascistissimo” e il compagno, futuro marito, Giovanni, figlio di un avvocato militante nel PCI.

I due si conoscono all’Università e rapidamente si conquistano a vicenda, divenendo presto genitori di Mara, narratrice esplicita della storia. Il rapporto della giovane coppia si logora ogni giorno tra aspettative deluse, sogni messi in cassetto, ideali crollati, frustrazioni derivate dalla mancata realizzazione. I due sono sempre più distanti impegnati l’una nello studio, da sempre suo rifugio, l’altro a combattere con sensi di colpa della militanza e dipendenze. Gli eventi precipitano e solo nella ricostruzione di Mara trovano un senso.

Il romanzo di Nadia scorre fluidamente, con grande maestria di stile e di coinvolgimento. Un tratto asciutto eppure pungente è capace di portare il lettore in una Sicilia splendida, vibrante, attiva che è quella della Messina sul finire degli anni di piombo.

In fondo bastava far finta di niente. Si specializzarono in silenzi opportuni,divennero complici e conniventi.”

La bellezza di questo romanzo è anche nel riproporre scenari e vissuti noti (le riunioni nelle case, le assemblee femministe, il confine tra impegno attivo e terrorismo etc) declinati nella realtà siciliana e vissute con le emozioni e le sensazioni dei due protagonisti. La narrazione è molto lineare e basta a scandagliare la difficoltà di rapporti e relazioni: emerge così la difficoltà comune di crescere e cambiare insieme,

L’incapacità di elaborare i vissuti, di progredire insieme, il conto che le esperienze presentano anche a distanza di tempo sono rappresentazioni universali stigmatizzate nelle vicende dei due protagonisti.

Un testo scorrevole, convincente, capaci di trasmettere alla fine di tanta turbolenza, il senso degli anni al contrario: mentre i genitori fanno i conti con il passato e cercano di rammendare un presente malconcio, Mara, crescendo, afferma la propria voce, la propria personalità. Nei suoi occhi grandi e scuri, attraverso cui la storia arriva a noi lettori, possiamo scovare in qualche modo i barlumi di quegli anni complessi, difficili e, in qualche modo, necessari.

PS sarò mai abbastanza grata all’autrice per aver dedicato spazio a “Violetta” e Giana Anguissola, splendide letture della mia pre adolescenza?

“l’esperienza è la somma di tutte le cazzate fatte”

L’autrice

Nadia Terranova (Messina, 1978) vive e lavora a Roma. Dopo aver scritto per l’infanzia e collaborato con diverse testate, ha esordito con “Gli anni al contrario” nella narrativa nel 2016.