Lunedì, dopo molti anni,  Frances è tornata con me. Erano anni che non stavamo insieme. Frances, nota come Barbie California, classe 1987, è stata la mia ultima Barbie. Ero già grandicella, ma con la scusa della sorella più piccola ho protratto certi giochi per un bel po’. Frances (nome derivato da un film nella tv in bianco e nero qualche estate prima in quella alcova che era Quercianella sul Romito, mi pare si intitolasse “i cavalloni”) ha rappresentato per me l’ultima stagione dei giochi, nonché l’interprete più prolifica nelle numerose sceneggiature che quotidianamente producevo con le Barbie. Storie sentimentali, avventurose, di guerra, di viaggi. Ricordo con molto amore i pomeriggi a giocare insieme e tutte le storie che inventavano. Ma Francis per me non era soltanto la protagonista delle mie invenzioni, nel giro di poco tempo divenne la proiezione della vita che aspettavo. Poco dopo mi sarei trasferita da Firenze a Viareggio e allora sognavo la mia nuova città come fosse la California: mi vedevo così, colori sgargianti, la Gear ai piedi, sole, mare, amici. In realtà la mia nuova vita non fu propriamente così, e persi un po’ della mia infanzia e persi anche Frances tra un trasloco e l’altro. Essere tornate insieme ha significato permettermi di coccolare quella bambina curiosa, malinconica, insicura e entusiasta che si stava proiettando verso una nuova età. Bentornata Frances.

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